“Adotta un inghiottitoio” Sabato 13 settembre 2014 - San Giovanni Rotondo
Legambiente: «La lotta al dissesto idrogeologico passa dalla cura del territorio e del patrimonio carsico»
Adotta un inghiottitoio” è l’iniziativa che il Circolo Legambiente di San Giovanni Rotondo e Legambiente Puglia hanno organizzato per domani, sabato 13 settembre, a Monte Castellana (Strada per le Clarisse) dove i volontari, armati di guanti e buona volontà, a partire dalle ore 9.00, ripuliranno l’inghiottitoio dai rifiuti presenti.
Si tratta di una campagna di volontariato e di sensibilizzazione, nata già nel 2013, che oggi torna più attuale che mai visto quanto è accaduto sul Gargano in seguito alle massicce piogge. Un gesto simbolico per sensibilizzare quanti hanno chiuso gli inghiottitoi per cementificare la piana alluvionabile di San Giovanni Rotondo.
Alla giornata di mobilitazione parteciperanno anche volontari di numerose associazioni locali, l’ARIF, la Protezione Civile di San Giovanni Rotondo, che interverrà con i mezzi in dotazione, e il Corpo Forestale dello Stato.
«Con questa iniziativa - spiega Gianfranco Pazienza, presidente del Circolo Legambiente di San Giovanni Rotondo - vogliamo sensibilizzare i cittadini e gli amministratori locali alla cura del territorio. Simbolicamente domani ci prenderemo cura dell’inghiottitoio di Monte Castellana per dire ‘no’ alla chiusura degli inghiottitoi e degli sbocchi a mare nel sistema carsico del Gargano. La cura della montagna è la prima azione utile per ridurre il rischio e il dissesto idrogeologico».
Stando ai dati di Ecosistema Rischio 2013, in Puglia, nel 78% dei Comuni che hanno risposto al questionario di Legambiente utile per stilare il dossier, sono presenti aree con diversa pericolosità idraulica e/o geomorfologica. Solo il 38% dei Comuni pugliesi intervistati svolge un positivo lavoro di mitigazione del rischio idrogeologico. Molti sono ancora quelli che hanno abitazioni e fabbricati industriali in aree a rischio ma pochissimi quelli che hanno intrapreso azioni di delocalizzazione per tutelare il territorio e ridurre i pericoli a cui sono esposti i cittadini. Per quanto riguarda, invece, l’organizzazione del sistema locale di protezione civile, dal dossier emerge che solo pochi Comuni aggiornano il piano d’emergenza, organizzano attività d’informazione ai cittadini e realizzano esercitazioni. Un ritardo particolarmente rilevante visto che i piani d’emergenza, per essere realmente efficaci, devono essere aggiornati e conosciuti dalla popolazione.
«È importante mettere in atto un’efficace politica di prevenzione e difesa del suolo - aggiunge Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia - che non si limiti a interventi puntuali di messa in sicurezza ma che ragioni a scala di bacino idrografico puntando alla riqualificazione e alla rinaturalizzazione dei corsi d’acqua e del territorio. Territorio diventato oggi sempre più vulnerabile agli effetti dei cambiamenti climatici anche a causa di una cattiva gestione e di un’intensa urbanizzazione, molto spesso abusiva, che ha coinvolto anche le aree a maggior rischio, come hanno dimostrato i tragici eventi di questi giorni».
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