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Legambiente boccia la proposta di legge sulla caccia

Legambiente boccia la proposta di legge sulla caccia in discussione nel prossimo Consiglio regionale

caccia«La filosofia su cui sono impostate le modifiche alla legge regionale sulla caccia 27/98 aumenta ancor più la distanza tra la legge pugliese e la legge statale per la tutela della fauna selvatica (la legge 157/92) che in realtà dovrebbe recepire, trasformandola in una norma confusa e contraddittoria, poiché alcuni elementi di tutela sembrerebbero palesemente saltati». 

È questo il commento di Nino Morabito, responsabile nazionale fauna di Legambiente, e Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, in seguito alla proposta di legge avanzata da Donato Pentassuglia che interviene a modificare la legge regionale del 13 agosto 1998, n. 27, in materia di norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma, per la tutela e la programmazione delle risorse faunistico-ambientali e per la regolamentazione dell’attività venatoria.

Legambiente è scettica su alcuni punti che appaiono particolarmente negativi, in un testo peggiorato da modifiche scritte in modo impreciso.

La proposta di legge - in discussione il prossimo 12 novembre in Consiglio regionale - di fatto autorizza l'anticipo della caccia a partire dal 1 settembre quando, oltre a un elevato rischio incendi (sussiste infatti il divieto di accensione di fuochi fino al 15 settembre), la maggior parte delle specie animali è impegnata nello svezzamento degli ultimi piccoli.   

Le modifiche alla legge regionale 27/98, inoltre, mantengono una caccia agli uccelli migratori libera in tutta la regione, concezione ancorata alla caccia di necessità (oggi inesistente), senza alcuna pianificazione e gestione sostenibile delle specie di uccelli migratori, allargandola anche al mese di febbraio quando la maggioranza delle specie di uccelli è in migrazione pre-nuziale (periodo a divieto totale di caccia).

Per di più riduce drasticamente i fondi destinati alla tutela della fauna, facendo passare dal 40 al 10% le risorse trasferite dalla Regione alle Province per tale finalità.

«Si tratta inoltre di una proposta che, prevedendo recinzioni alte 2 metri (anziché 1,20 metri) per poter istituire i fondi chiusi alla caccia – aggiungono Morabito e Tarantini – ostacola i cittadini contrari all’attività venatoria nel proprio terreno, a causa delle spese che ne deriverebbero per la realizzazione della palizzata, senza contare l’impatto estetico negativo sul paesaggio circostante».

«Ci sembra abbastanza – concludono – per dire che la Puglia, insieme agli oltre quattro milioni di pugliesi che non sono cacciatori, chiede al Consiglio regionale di bocciare la proposta di legge».

L’ufficio stampa: 347.6645685