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Servitù militari nelle aree protette e nei siti della rete Natura 2000

Legambiente in audizione alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati
«Chiediamo al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di garantire lo stop delle attività che nulla hanno a che fare con le finalità di un’area protetta e ribadiamo la necessità di istituire il Tavolo Tecnico tra i Ministeri della Difesa e dell’Ambiente per liberare le aree di pregio naturalistico dalle servitù e dai poligoni militari»

Torre-Veneri

A pochi giorni dalla sua audizione in Commissione Difesa della Camera dei Deputati, nell’ambito di una indagine conoscitiva in materia di servitù militari, Legambiente torna a porre i riflettori sull’argomento evidenziando come troppo spesso le aree parco e i siti della rete Natura 2000 diventino gli emblemi di un conflitto fra servitù, ambiente e territorio.

«Si tratta di un tema che necessita di un intervento urgente, non solo conoscitivo, ma concreto ed efficace per una rapida soluzione a problemi estremamente rilevanti per la sicurezza, la tutela e lo sviluppo delle comunità che ospitano tali attività - dichiarano Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente Nazionale e Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia - Le esercitazioni militari, anche quelle a fuoco, si susseguono oramai da tempo nelle aree naturali protette e nei siti della rete Natura 2000 e rappresentano una reale minaccia per l’ambiente e la tutela dei nostri ecosistemi già messi a dura prova da pratiche e usi del territorio ancora inadeguati. Tali attività violano la legge 394/91 sulle aree protette e la direttiva Habitat 92/43 CEE, e sono svolte talvolta in assenza di valutazione di incidenza o di impatto ambientale da parte dell’esercito, e senza fornire nessuna informazione preventiva agli Enti gestori delle aree protette, senza tantomeno chiedere autorizzazioni che invece vengono bypassate utilizzando il ricorso al segreto militare riservato a queste attività».

Legambiente già lo scorso 22 giugno 2013, tramite l’Assemblea dei delegati, aveva approvato all’unanimità una risoluzione per liberare le aree protette dalle servitù militari e dai poligoni militari, poiché incompatibili con la tutela della natura e la protezione di specie e habitat presenti nei Parchi, chiedendo, nel frattempo, agli allora Ministri dell’Ambiente e della Difesa, di istituire un Tavolo Tecnico congiunto per avviare un percorso atto a riordinare e ridurre le servitù militari che gravano sulle aree protette e nei siti della rete Natura 2000. Una proposta a cui però ancora oggi non è stato dato seguito.

In Puglia, al caso delle esercitazioni militari nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, si aggiunge quello del Poligono militare di Torre Veneri, nel comune di Lecce, area SIC, sito di importanza comunitaria, tutelato per il suo peculiare e prezioso patrimonio di biodiversità. Le attività militari svolte nel perimetro dell’area protetta, nonostante il notevole impatto che hanno sull’ecosistema, non sono sottoposte a VINCA, la valutazione d’incidenza ambientale obbligatoria per tutte le attività che possono avere incidenze significative sul sito stesso.

«Torniamo a chiedere al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di garantire che si ponga fine allo svolgimento di queste attività che nulla hanno a che fare con le finalità di un’area protetta - concludono Nicoletti e Tarantini - ma rappresentano un anacronistico e pericoloso utilizzo del nostro territorio in barba a leggi e regolamenti nazionali e direttive europee e internazionali, che nemmeno i Comitati Misti Paritetici tra Forze Armate e le singole Regioni sono stati in grado di garantire, ed ai quali devono essere invitati anche i soggetti gestori delle aree protette. Ribadiamo la necessità che venga istituito il Tavolo Tecnico tra i Ministeri della Difesa e dell’Ambienteper affrontare e risolvere il problema di come liberare le aree di pregio naturalistico dalle servitù e dai poligoni militari». 

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