Stabilimento Scianatico
Arriva la condanna per disastro innominato colposo. Legambiente: «Finalmente il riscatto di un territorio violentato»
Torna in primo piano, e questa volta con una buona notizia, la vicenda del Laterificio Pugliese SPA di Terlizzi - uno dei principali Gruppi europei specializzati nella produzione di laterizi e materiali edili, guidato dalla famiglia Scianatico – responsabile, secondo Legambiente, di inquinamento ambientale. Per la prima volta, dopo una vicenda giudiziaria iniziata con una denuncia-querela presentata dal Circolo Legambiente di Terlizzi, la magistratura ha accertato che il Laterificio Pugliese è stato fonte di inquinamento per il paese, immettendo in atmosfera sostanze pericolose per la salute umana, al punto da registrare tassi di mortalità più alti rispetto ai paesi limitrofi, specie con riguardo a patologie respiratorie.
Con la sentenza dello scorso 21 marzo il Tribunale di Trani, nella persona del giudice Andrea D'Angeli, ha dichiarato colpevoli del reato di disastro innominato colposo, Garofalo Maria Luisa, rappresentante legale della Fantini Scianatico e Vendola Pasquale, direttore responsabile dello stabilimento terlizzese. La denuncia penale presentata nel 2007 dal circolo ambientalista ha dato così origine ad articolate e complesse indagini svolte sotto la direzione del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani Antonio Savasta. Gli imputati sono stati condannati ad un anno di reclusione ciascuno e al pagamento delle spese processuali, pena sospesa, nonché al risarcimento dei danni di 20mila euro sia in favore del circolo Legambiente sia del Comune di Terlizzi a titolo di provvisionale.
«La sentenza del Tribunale di Trani per la nostra collettività ha il valore di una pronuncia “moralizzatrice” – dichiarano Francesco Tarantini e Giovanna de Leo, rispettivamente presidente di Legambiente Puglia e presidente del circolo di Terlizzi – Infatti, al di là della formale condanna degli imputati, in essa va colto un messaggio molto chiaro ovvero l'invito al rispetto delle regole sia a livello nazionale che europeo. Non si può pensare di salvaguardare il nostro territorio e di tutelare la salute umana senza il rispetto delle regole. Quelle regole che per troppo tempo si è consentito rimanessero inosservate, lasciando che l'ambiente e la salute dei cittadini fossero “schiacciati” dal peso di polveri nocive. Il Circolo Legambiente ha iniziato questa battaglia diversi anni fa e finalmente con questa pronuncia è giunto il momento del riscatto, per la città ma anche per la Legambiente stessa accusata da qualcuno di aver inventato l’insulto ambientale causato dal laterificio. Oggi possiamo dire a gran voce che avevamo ragione».
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