Rapporto Animali in Città 2013
Rapporto Animali in Città, l’indagine di Legambiente sui servizi e le attività dei Comuni capoluogo di provincia per la tutela e la gestione degli amici a quattro zampe
Su 87 capoluoghi, il 75,8% conosce il numero dei cani iscritti all’anagrafe canina e il 68,9% consente ai cittadini di viaggiare sui mezzi pubblici con i propri animaliA rilento le attività di microchippatura promosse dal 48,2% dei Comuni. Genova, Parma, Prato e Pordenone tra i Comuni virtuosi per la tutela degli animali
Un’Italia che tutela e ama cani e gatti nonostante la crisi e le difficoltà economiche. Sono molti i Comuni che forniscono strutture e servizi di qualità per gli animali domestici, ma c’è ancora molto da fare per garantire agli amici a quattro zampe una tutela e un benessere a 360 gradi. A rilevarlo è la seconda edizione del “Rapporto Animali in città”, l’indagine di Legambiente dedicata ai servizi e alle attività dei Comuni capoluogo di provincia per la tutela e la gestione degli animali, realizzata attraverso un questionario inviato a 104 Amministrazioni comunali e a cui hanno risposto 87 Comuni, circa l’83,6%. Dall’indagine, presentata questa mattina a Firenze in occasione di Terra Futura, emerge un quadro di luci e ombre.
Su 87 capoluoghi di provincia presi in esame, il 75,8% conosce il numero dei cani iscritti nel 2011 all’anagrafe canina, mentre il 55,1% ha censito le strutture dedicate agli animali d’affezione e dispone sul territorio di strutture per ospitare cani vaganti. Il 65,5% dei capoluoghi ha poi un piano di tutela e controllo delle colonie feline ed il 68,9% consente ai cittadini di viaggiare sui mezzi pubblici con i propri animali. Sono, invece, troppo pochi i Comuni che realizzano campagne d’informazione sull’anagrafe canina e attività di promozione della microchippatura, fondamentali per ridurre significativamente il rischio di abbandono e calibrare al meglio i servizi offerti sulla base del numero degli animali presenti in città. Solo il 43,6% ha, infatti, realizzato nel 2011 campagne d’informazione sull’anagrafe canina e il 48,2% ha promosso attività di microchippatura. Ed ancora solo il 45,9% ha un apposito nucleo di polizia municipale per la vigilanza della corretta gestione degli animali in città. Negativi i dati sulla conoscenza della biodiversità animale in città: solo il 26,4% la conosce e può quindi gestire al meglio aree verdi urbane e prevenire zoonosi e/o conflitti con altre attività cittadine.
Ma in questo panorama, non mancano gli esempi virtuosi nella tutela degli animali domestici come ad esempio quelli di Genova per il piano di tutela e gestione delle colonie feline, Parma per il quadro conoscitivo sugli animali d’affezione e i servizi al riguardo, Prato per la conoscenza della biodiversità animale in città e i servizi offerti, Pordenone per le esperienze di formazione cinofila rivolte ai cittadini. Ed infine l’esperienza positiva del Presidio Ospedaliero Veterinario dell’ASL Napoli 1, raccontata alla fine dell’indagine.